12 dicembre 2006

Per non dimenticare/1


Si è spento, pochi giorni fa, Augusto Pinochet, uno dei più sanguinari dittatori del Novecento. Non esito a paragonarlo ad altri illustri "colleghi", che hanno mostrato come applicare scientificamente le torture e compiere un genocidio senza un minimo di brividi per la propria coscienza, probabilmente nera come l'anima, oppure assente. Bene, Pinochet e il suo regime sono stati una delle pagine più buie dell'umanità, mai come in questi casi, dolente. Anticomunismo e ripristino di quei "valori" (termine che giustifica, spesso, nefandezze incredibili) sono stati la bandiera del massacro di migliaia di cittadini, torturati, ammazzati, gettati nel vuoto (vivi) da aeroplani che sorvolavano l'oceano. Sparizioni, esiliati, la storia del Cile, ma anche dell'Argentina e di quasi tutta l'America Latina, sono l'affermazione che tutto è possibile, in nome del'ideologia, anche il massacro. Pinochet aveva 92 anni, era malato e si era quasi garantito l'impunità. Quasi, al punto che qualche magistrato, in Spagna come in Cile, aveva deciso di continuare, di non mollare e far saltare fuori la verità. Adesso i processi continueranno, ma l'imputato principale non c sarà, il cuore se l'è portato via. La storia lo giudicherà colpevole, la giustizia non potrà più farlo. Ma un'altra Giustizia, forse, ha riservato per l'ex dittatore la terza via. Non sarà mai colpevole, ma nemmeno innocente. Forse gli sarebbe servita una seconda vita per affrontare i processi, io preferisco difendere la memoria storica di ciò che è accaduto quell'11 settmbre 1973, di Salvador Allende e degli stadi pieni di desaparecidos, dell'appoggio di larghi strati della Chiesa e degli Stati Uniti. Mi ricorderò di loro, quando parlano di valori e diritti civili. E saprò chi ha le mani sporche di sangue...

Nessun commento: