Ne vale davvero la pena...di morte per Saddam? Riconosciamo le sue enormi, spaventose responsabilità sugli eccidi durante la sua lunga carriera da Raìs. E' persona spregevole e sanguinaria e merita la condanna. Lo dico subito, così da spazzare via ogni discussione sulla figura di Saddam. Ma mi domando se la condanna a morte sia la strada migliore, se questo possa aiutare la riconciliazione nel marotriato Iraq, oppure se serva a garantire una sconfitta di misura (o un pareggio, secondo i più ottimisti) al simpatico George W. Bush.
Già, perché la destabilizzazione del Medio Oriente non è più un rischio, peggio di così direi è molto difficile, a meno che non si pensi alla cancellazione fisica di tutta l'area. Ma la condanna a morte di Saddam amplificherebbe i rigurgiti anti-occidentali, il rischio di un nuovo arfforzamento dell'estremismo islamico, il pericolo di nuovi e più feroci attentati. E il problema viene acuito dai dubbi sulla legittimità e regolarità del processo contro il dittatore, denunciato da molte Ong. E dall'opportunità, in un mondo che da un lato cerca di cancellare la pena capitale e dall'altra la sostiene per fini elettorali interni (sarà mica un caso che Bush è il solo realmente esultante per la sentenza).
Ormai è universalmente riconosciuto l'errore della guerra in Iraq e la falsità dei pretesti adotti per intraprendere il conflitto. Cerchiamo di non aggiungere errore a errore, evitiamo di creare un nuovo (falso) martire per compattare il fronte estremista e terrorista. Condanniamolo al carcere a vita, che possa pagare in cella il fio. Saddam è stato un feroce, sanguinario dittatore, ma non dimentichiamo che chi armato le sue mani è lo stesso che ora se ne vuole sbarazzare.
Sin matar!
Jordy
Già, perché la destabilizzazione del Medio Oriente non è più un rischio, peggio di così direi è molto difficile, a meno che non si pensi alla cancellazione fisica di tutta l'area. Ma la condanna a morte di Saddam amplificherebbe i rigurgiti anti-occidentali, il rischio di un nuovo arfforzamento dell'estremismo islamico, il pericolo di nuovi e più feroci attentati. E il problema viene acuito dai dubbi sulla legittimità e regolarità del processo contro il dittatore, denunciato da molte Ong. E dall'opportunità, in un mondo che da un lato cerca di cancellare la pena capitale e dall'altra la sostiene per fini elettorali interni (sarà mica un caso che Bush è il solo realmente esultante per la sentenza).
Ormai è universalmente riconosciuto l'errore della guerra in Iraq e la falsità dei pretesti adotti per intraprendere il conflitto. Cerchiamo di non aggiungere errore a errore, evitiamo di creare un nuovo (falso) martire per compattare il fronte estremista e terrorista. Condanniamolo al carcere a vita, che possa pagare in cella il fio. Saddam è stato un feroce, sanguinario dittatore, ma non dimentichiamo che chi armato le sue mani è lo stesso che ora se ne vuole sbarazzare.
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