29 novembre 2006

Lavorare per vivere, non per morire!

Le chiamano morti bianche e nelle redazioni non sono (quasi mai) una notizia. Eppure si muore sul lavoro. Tanto, tantissimo. Troppo. Il lavoro nero, le condizioni di sicurezza nei cantieri non sempre all'altezza, subappalti che vanno verso manodopera sempre meno pagata, caporalato. Non sono problemi nuovi, ma ogni volta che si decide di denunciare la tragedia delle morti sul lavoro è perché si sfiora la strage.
Sdegno, rabbia, promesse, iniziative e poi? Poi non succede nulla o quasi e i problemi tornano ad essere gli stessi e le vittime pure. Ora il Governo sembra volersi muovere in direzione prevenzione e interventi contro il lavoro in nero. Bene, ma non so quanto efficaci possano essere gli effetti, specie nel breve periodo.
Temo che i cantieri possano risentire sempre e comunque dei caporali, dei subappalti e delle infiltrazioni criminali. Che fare? Intervenire sicuramente con normative sempre più rigide sui criteri e sulla sicurezza, mantenere alta l'attenzione sulla stampa, comunque, e non solo se è il Presidente della Repubblica ha lanciare un grido di allarme. E magari, fermarsi un po' tutti a pensare che si lavora per vivere, non per farsi ammazzare!

jordy

Nessun commento: