19 dicembre 2007

Pena di morte e la pena delle morti

L'Italia ha vinto un'importante, importantissima battaglia diplomatica al'Onu, la moratoria sulla pena di morte nel mondo. una mozione che ha superato lo scoglio dei paesi contrari o che utilizzano la condanna capitale abitualmente. Paesi privi di forme reali di democrazia (come la Cina) e paesi esportatori ufficiali di democrazia (vedi Usa). Una vittoria notevoe, che apre a livello globale la discussione sul tema, la mozione non è vincolante, ma può essere il passo decisivo verso un'abolizione generale della pena di morte. Ottima notizia, ma ora occorre fare di più, a partire dall'Italia. Nel nostro paese, la cronaca delle ultime settimane lo conferma, lavorare rischia di essere il luogo della dipartita, sempre di più. Sono salite a sei le vittime della ThyssenKrupp di Torino, solo ieri, altre cinque persone hanno perso la vita lavorando e la media di 3-4 morti quotidiani sembra essere bloccata. Serve un intervento decisivo, sulla quantità e qualità dei controlli, e serve la certezza della pena per gli imprenditori che sfruttano il lavoro nero e risparmiano sulla sicurezza. Vanno colpiti e puniti. I lavoratori vanno tutelati e garantiti. Non è più accettabile che operai muoiano e nessuno paghino. A Porto Marghera ne sanno qualcosa le famiglie dei tanti lavoratori morti a causa delle nubi tossiche in fabbrica. I tribunali non hanno punito nessuno, tranne le vittime. E' opportuno che arrivi la svolta, altrimenti la prossima moratoria la dovremo chiedere contro l'Italia...

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